Il Panorama

      Uno sguardo al Panorama  

       Visto dal mare il paese si presenta adagiato lungo i piedi di una montagna dalle pareti alte e poco scoscese che con cime regolari e tondeggianti si protende ad arco fino a circuire, a nord, la cittadina di Isola delle Femmine mentre il declivio del Monte Raffo Rosso, ad est, ed il breve altopiano di Contrada Muletta, ad ovest, si profilano nettamente predominanti. 

       A memoria storica non risultano tentativi di scalata delle sue cime ma solo iniziative sporadiche ad opera di pochi coraggiosi che hanno per lo più percorso sentieri tracciati dalle capre che con straordinaria agilità un tempo si inerpicavano fino ai loro piedi. Là dove la montagna dai fianchi del Raffo Rosso si distende in ripido pendio prende forma un vasto pianoro così scosceso e pieno di detriti rocciosi da meritare l'appellativo di 'Balata' mentre poco più ad ovest, in una felice posizione, la conga sempre verde della 'Quarara' mostra una breve sporgenza pianeggiante nella quale s'insedia in piena evidenza la grotta di Santa Rosalia.    

       La parte più alta è a quota 573 mt. sul livello del mare.

     Ma oggi l'accesso fino ai 350 metri è molto agevole. Una strada asfaltata e illuminata continua a salire su per Contrada Zercate con ampi tornanti fino ad una grande radura dalla quale è possibile dominare un paesaggio che si estende a perdita d'occhio per oltre 270 gradi. Tanto spazio non preclude allo sguardo uno spettacolo dalla grandiosità indescrivibile che si imprime nelle pupille come un'unica immagine vista in prospettiva dove parrebbe che un estroso pittore si sia divertito a buttare giù larghe pennellate di colori e di luci multiformi dalle sfumature quasi irreali che conferiscono al panorama una particolare beltà. Ed in quell'incredibile susseguirsi di immagini stupende ecco comporsi e definirsi, ad ovest, proprio ai piedi della lunga collina di Pizzo Muletta, il Villaggio Sommariva con le sue villette dai rossi tetti spioventi immerse nella frescura di alti pini e, proprio di fronte, il Monte Colombrina in territorio di Torretta chiuso in lontananza dall'arco dei rilievi che costituivano le primordiali scogliere dell'Era Quaternaria e che ora fanno da corona a tutta la costa settentrionale del Golfo di Carini.

      Dalla parte più bassa di quella catena di monti, poco più a sud, ove brevi cocuzzoli tondeggianti si alternano a stretti valichi più o meno accessibili, comincia a prendere forma una vasta pianura, nota come "Piana di Carini", un tempo rigogliosa ed ora contesa da grigi capannoni industriali in cemento e qualche residuo di verde spontaneo di limoneti quasi del tutto abbandonati. Quest'area, che  fu certamente culla di una fiorente civiltà indigena il cui sviluppo ha subìto nel corso dei secoli l'influenza di tante culture coloniali che vi si sono avvicendate fin dal primo millennio A.C., si estende fino alla punta estrema di Piano Ponente di Isola delle Femmine ed interessa una buona parte del territorio di Capaci.

      La strada continua a salire mentre le splendide montagne, che, nel brusco contrasto con il mare relativamente vicino, caratterizzano in modo spettacolare il territorio, si manifestano in tutta la loro imponente maestosità. 

       Ma basta fermarsi qui, in questo ampio pianoro sovrastato da una grande croce in ferro, per cogliere appieno le forme ed i colori cangianti delle case, delle strade, delle macchie di verde che si dispiegano in sequenza fino a confondersi con il blu intenso delle acque limpide del mare.

     Visto da quassù il paese sembra un vero e proprio gioiello incastonato tra il mare e la collina a fronte di un confine perfettamente segnato dalla linea bianca di spiaggia sabbiosa che si allunga ad arco per oltre 2 km.  

     Lo sguardo si distende tutt'attorno quieto e affascinato: a sinistra, la propaggine estrema di Punta Raisi si staglia nettissima sulle acque antistanti; al centro, l'azzurro del cielo e il blu intenso del mare sembrano riflettere spazi immensi che si definiscono e si perdono nella lunga linea curva dell'orizzonte; a destra, l'isola, pur spoglia di vegetazione arborea, sembra sospesa sulle chiare e limpide acque che la circondano mentre la torre, che si erge nella parte più alta di un dolce declivio, appare come una sentinella posta a difesa della sua bellezza ancora intatta. 

      Quel lembo di terra emersa si direbbe un'oasi che si protende interamente tra cielo e mare su un sottile confine di calcari stratificati che mettono in rilievo la sua straordinaria bellezza e tutto il suo fascino particolare durante le ore di bassa marea. Essa si presenta illuminata da una luce sempre diversa ma ciò che sorprende è soprattutto la sua capacità di catturare immediatamente la vista facendo passare in subordine gli altri elementi dell'ambiente circostante. Un'isola, dunque, dalla natura complessa che aspetta solo di essere conosciuta da chi ha potere autentico di sguardo e di ascolto, al di là delle nebulose leggende dell'immaginario collettivo. Un'area incolta in cui la vita si è adattata a condizioni estreme (scarsità d'acqua dolce, ridotta quantità di terreno su cui affondare le radici, venti e mareggiate, forte insolazione e dilavamento delle acque piovane) ed in cui, però, la stessa si rinnova ogni giorno in una innumerevole varietà di forme e di colori. Un sorprendente habitat naturale con una meravigliosa capacità di adattamento e di trasformazione incessanti per assicurare la sopravvivenza di tantissime specie di piante e di animali che qui vivono e si riproducono per più stagioni l'anno. 

      Per tutelarne l'integrità ambientale e proteggere il delicato equilibrio del suo ecosistema il I° Settembre 1997, con Decreto n.584/44, la Regione Siciliana ha dichiarato l'isola "Riserva Naturale Orientata" affidandone la gestione alla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli). Da allora, su una superficie di appena 13 ettari, la vita è riuscita ad esprimersi in una fantastica ricchezza e varietà di specie botaniche e faunistiche fortemente legate da complesse ed invisibili relazioni. 

      Oggi sono di grande supporto i risultati delle osservazioni effettuate in tutta l'area protetta da esperti dell'Associazione volontaria che hanno permesso di individuare e catalogare la ricca varietà di specie di animali e vegetali presenti con le loro innumerevoli famiglie e di ritrovarne altre ritenute estinte da tempo o di scoprirne di nuove.

      Per un approfondimento della sua geomorfologia e biologia rinviamo all'apposito capitolo ne "Un'Oasi nel Blu" de "La Città di Isola delle Femmine" al seguente indirizzo web: http://www.Capaci.info/Isola

Alcune vie della Città alla fine degli anni '60:


La chiesa Madre 


Corso D. Sommariva


Corso D.Sommariva - Piazza C.Troia


Via Duilio-Via S.Erasmo


Piazza C.Troia - Monumento ai Caduti (ora rimosso)