Itinerari turistici
Pizzo Muletta
"La Muletta" é un costone roccioso di natura calcarea situato quasi di fronte alla Montagnola Santa Rosalia in prossimità dell'asse viario SS. 113. Emerge a picco sulla pianura circostante con imponenti pareti a falesia sub-verticali e, dalla parte rivolta verso il paese, conserva un aspetto ancora quasi intatto e pittoresco per le rocce color salmone, percorse da fenditure, crepacci ed oscure cavità che sforacchiano tutta la parete, estremamente frastagliata e variegata.
Con la sua particolare forma, allungata in direzione SE-NO, lo sperone sopravanza Costa Perniciaro, antica Via Portella delle Balate, che si erge a sud del centro abitato, e con essa lo racchiude offrendo a chi guarda dal mare la visione di un suggestivo anfiteatro roccioso.
Entrambi i versanti di nord-ovest dei massicci rocciosi "Raffo Rosso" e "Costa Perniciaro" sono composti da una serie di dossoni, balze e pareti ripidissime, variamente incise da linee di compluvio naturali, altamente suggestivi, e costituiscono le cornici naturali dei quadri paesaggistici formati dalla fascia costiera e dal mare, Alle loro falde una zona di deposizione detritica, coperta quasi interamente da piante arbustive, erbacee e cespugliose, presenta un più dolce pendio che connette in modo armonioso le pareti rocciose sub-verticali alla pianura costiera. Ma all'occhio più attento non sfugge la presenza di una rilevante avifauna in cui i rapaci, rappresentati da specie rare o scientificamente interessanti (come il falco pellegrino, l'aquila, la poiana, il gheppio) hanno, in determinati periodi dell'anno, un ruolo predominante, nidificando nelle falesie prevalentemente esposte a nord.
"La Muletta" é, però, soprattutto il complesso più ricco di testimonianze antiche, di vestigia archeologiche e antropologiche di inestimabile valore sociale e culturale, ancora in attesa di catalogazione e di studio.
I terreni che ne costituiscono l'ossatura sono emersi dal mare nel corso della fase orogenetica del Siciliano (primo stadio del Pleistocene Inferiore, risalente a 2,5 milioni di anni fa) che instaurò un lungo periodo di regressione marina.
A quel tempo il ripido versante nord-orientale dell'odierno rilievo costituiva una falesia attiva di notevoli dimensioni come stanno a testimoniare sia l'esposizione delle grotte in linea con il battente marino sia le ricche concentrazioni fossilifere (gasteropodi e frammenti di rudiste), ancora oggi localmente ben visibili.
E' stata, appunto, l'azione abrasiva prodotta dal moto ondoso a dare origine a quella serie di grotte che hanno determinato la grande valenza archeologica di "Pizzo Muletta", in quanto visitate in epoca preistorica e, più tardi, oggetto di frequentazione in età arcaica, classica ed ellenistica (quest'ultima determinata dalla vicinanza con il territorio dell'antica Hykkara, l'odierna Carini, insediato ad ovest del torrente Ciachea).
Accanto ad esse sono sorte anche cavità di origine carsica, altrettanto belle, prevalentemente situate nelle posizioni più sommitali del rilievo ove è possibile ammirare l'esuberanza di una singolare vegetazione mediterranea.
La Muletta é dunque la principale e meglio nota area archeologica di Capaci ma anche la
più oltraggiata essendo stata depredata nel corso di pochi decenni del suo immenso patrimonio storico-naturalistico
ed avendo subito continui danneggiamenti e manomissioni, quantunque sottoposta a
vincoli paesaggistici e archeologici, rispettivamente, negli anni 1978 e 1997.
Attualmente la costa rocciosa é stretta fra una cava di pietra dimessa e un complesso residenziale; le pendici lato nord sono state spianate mentre la parete di fondo della "Grotta Lunga" é stata sfondata compromettendo definitivamente la conservazione dei depositi archeologici.
Tuttavia rimane sostanzialmente integro il fascino della spettacolare parete rocciosa nella quale si aprono le Grotte della "Paglia", "Grotta Lunga" e dei "Cocci", ancora visitabili. Le bibliografie "Carta archeologica della Sicilia: Carta d'Italia" (1984) di Carmela Angela Di Stefano e Giovanni Mannino segnalano al riguardo tracce di frequentazione di epoche diverse.
L'altezza della strada, inoltre, permette di superare con lo sguardo i tetti degli edifici moderni, di godere di un panorama di notevole bellezza e di ammirare l'intera vallata del torrente Ciachea e la vicina grotta della "Za Minica", famosa per le testimonianze preistoriche restituite. E' proprio da uno di quei brevi sentieri a ridosso di "Grotta Lunga" che nel 1850 Adelaide Atramblè, la giovane artista moglie di Domenico Sommariva Grenier, ha ritratto sulla tela l'incantevole "Veduta di Capaci e di Isola delle Femmine".
- La "Grotta della Paglia" é situata alle pendici orientali di Pizzo Muletta, in area già vincolata. E' un piccolo riparo di origine marina cui si accede da una stretta fenditura della roccia di forma oblunga. Fortunosamente risparmiata da uno sbancamento edilizio, ha restituito frammenti di ceramica greca a vernice nera e piccoli frammenti di ceramica ad impasto, provenienti per lo più dalla zona antistante l'ingresso e databili tra il VI ed il V secolo a.C..
Adibita a rifugio in età paleolitica, é stata probabilmente trasformata in età classica ed ellenistica in piccolo santuario. La letteratura archeologica riporta rinvenimenti di frammenti del Neolitico Medio (Età del Rame), ellenistici e medioevali.
- La "Grotta Lunga" (m.60 s.l.m.), situata alle pendici del versante nord-occidentale di Pizzo Muletta, é una lunga galleria di origine marina già sottoposta a vincolo ambientale ed archeologico.
In essa la letteratura archeologica segnalava la presenza di un insediamento preistorico per il ritrovamento di lembi residui di lavorazioni del Paleolitico superiore e di un deposito paleontologico ancora integro. Oggi, purtroppo, rimangono intatte solo la panoramicità del luogo e la suggestione della cavità rocciosa poichè la sua parete di fondo è stata sfondata ed i suoi depositi archeologici irrimediabilmente compromessi.
- La "Grotta dei Cocci" (m.90 s.l.m.) é una cavità posta accanto alla "Grotta Lunga" attualmente ostruita da massi accatastati per impedirne l'accesso. Non risulta, però, danneggiata. All'interno sono stati rinvenuti depositi di resti organici fossili risalenti al Paleolitico superiore.
Vallata del Torrente Ciachea
La vallata del torrente Ciachea é interessata dal pianoro di Contrada Giampaolo e da una lunga costa rocciosa, continuazione del versante occidentale di Pizzo Muletta, nella quale si aprono le Grotte "D" e "Giampaolo" e dove, poco più a nord, trovano posto due bagli. Sull'altro versante della valle é situata la grotta della "Za Minica", la fonte più ricca di testimonianze preistoriche.
- La "Grotta D" rappresenta un piccolo riparo di accesso non facile. Di forma bilobata conserva intatto un deposito di non grande spessore. Si affaccia come la Grotta Giampaolo al pianoro nel quale sono state rinvenute tracce di frequentazione di età neolitica.
- La "Grotta Giampaolo" (o Mastricchia) é un'ampia cavità di origine marina di forma irregolare e caratterizzata anteriormente dai ruderi di una masseria, forse settecentesca, che si é appoggiata alla parete rocciosa per sfruttare l'interno come deposito. In esso sulla roccia affiorante è graffito un piccolo gruppo di linee.
Un progetto di interventi che preveda la salvaguardia delle grotte, la sistemazione delle aree antistanti e l'insediamento di una azienda agroturistica in una delle due strutture, (un baglio é in corso di restauro da parte di privati), potrebbe contribuire a rilanciare una nuova immagine turistica della Città e costituire una nuova fonte di risorsa economica non indifferente.
Contrada Chianola - Soprabanco
In questa zona, attualmente occupata da boschi, da una macchia mediterranea e da ulivi non coltivati intensivamente, non sono state rinvenute tracce di frequentazione né testimonianze di interesse archeologico.
Il terreno, però, é roccioso e caratterizzato da ampie balze in cui si aprono numerose piccole cavità.
L'intera area, non ancora toccata dall'espansione edilizia, é di grande suggestione paesaggistica ed é ben collegata alle altre zone archeologiche.
Tutela delle Vestigia
Fin dal
paleolitico superiore i nostri antenati hanno trovato nel territorio le
condizioni ideali per vivervi e progredirvi stabilmente. Dapprima sono state le
grotte circostanti l'abitato ad offrire un rifugio sicuro ai primi
insediamenti umani; molto più tardi, in tempi storicamente datati, la Chiesa Madre,
La Fontana con lapide ed il Palazzo Pilo, sorti nell'area prospiciente, ora Piazza Matrice,
si sono affermati come nucleo originario attorno al quale si é sviluppata l'odierna
cittadina.
Il complesso di tali testimonianze
rappresentano, dunque, i riferimenti più significativi del nostro patrimonio
artistico e culturale oltre che la memoria storica di sicuro richiamo alle
nostre radici. La salvaguardia ed il recupero delle loro vestigia archeologiche,
esposte nel Museo Archeologico di Palermo o conservate nei suoi depositi in
attesa di studio e catalogazione, rivestono, perciò, carattere di enorme
interesse scientifico e sociale oltre a configurare risvolti economici del tutto
inimmaginabili se politicamente ben indirizzate ad una loro adeguata valorizzazione turistico-ambientale.
E' proprio in questo senso che vanno accolti, studiati ed attuati taluni
progetti seri e competenti, come quello sopra citato proposto dalla geologa
Vincenza Guzzo, per la fruizione specializzata di itinerari di visita nell'area
archeologica di Contrada Muletta.